IL PRODUTTORE
Questa è la storia di un ritorno a casa, quella di Cyril Testut che, da giovane, non voleva per nulla fare il vignaiolo e decise di andare via. Ma poi, si sa, il richiamo delle radici, della propria terra, a volte può giocare brutti scherzi. Nel 1998 rileva la tenuta di famiglia creata da suo padre Philippe nel 1967, Château Grenouille.
Il Domaine Testut, oggi, così come le vigne, si trovano nel cuore del vigneto comunale, storicamente normato dai monaci cistercensi. Il patrimonio vitato può contare su piante molto vecchie, in media con più di 40 anni e, addirittura, oltre i 50 anni per i Premier Cru e i Grand Cru. La maggior parte del vigneto proviene da selezione massale e l’apparato radicale molto sviluppato delle piante trae in grande profondità la ricchezza minerale-iodata dei differenti suoli. L’80% degli Chablis prodotti da Cyril provengono dalla riva destra del Serein, tra il Premier Cru Montée de Tonnerre e il Grand Cru Blanchots, una delle inclusioni geologiche maggiormente minerali del vigneto.
La gioia di questi vini, il loro fascino sta inoltre nello stile, nella forma, nella dinamica espressiva. Sono vini classici: di un classicismo elegante e formale. Pochi fronzoli, il giusto equilibrio di legni che sono e rimangono schegge di luce gialla, tratteggiate su un prezioso tessuto bianco opale. Poi il sale… a ricordarci che qui una volta, milioni di anni fa, c’era un mare e le conchiglie del sottosuolo ne sono traccia indelebile.
L’AREA
Borgogna – Chablis.
IL LUOGO
Chablis, quanto fascino nasconde questo nome, perché nell’immaginario di chi ama il vino è più di un piccolo village che inaugura territorialmente la Borgogna, è più di un luogo mistico equidistante da Beaune e da Parigi (sono centossessanta i chilometri dall’una e dalla altra città) ed è soprattutto più di un vino bianco, icona dello Chardonnay per almeno trent’anni e oggi, forse, e ripetiamo forse, appena in calo nelle gerarchie degli enofili mondiali. Potremmo raccontare, allora, della regione viticola che ne porta il nome, dove a vincere sono boschi e foreste, oltre alle vigne, costituita da circa 20 villages (nelle AOC Petit Chablis, Chablis, Chablis Premier Cru e Chablis Grand Cru) tra colline e piccole vallate che corrono lungo il corso del fiume Serein, oppure dell’aspetto climatico, più freddo rispetto alla Borgogna classica che genera vini con più acidità e nuance meno fruttate rispetto agli Chardonnay della Côte d’Or, con quelle note di pierre à fusil, e appena metalliche, che li rendono tanto riconoscibili quanto fascinosi. Invece parleremo proprio di Chablis, il Paese, uno scrigno raccolto che, venendo da più direzioni, non si vede fino a quando non ci arrivi dentro. E ti trovi a camminare per le vie di un borgo tanto turistico e finto (con enoteche, negozi di gourmandise, bar à vin, ristorantini) quanto vero, nelle case, quasi tutte costruite in pietra e nella chiesa con il suo imponente campanile di ardesia che tutti fotografano e che ci ricorda l’importanza della Fede anche in questi luoghi, dove i monaci cistercensi fecero la loro grande parte. E, oltre al campanile, basta guardare verso est per contare i sette appezzamenti del suo migliore vigneto, il solo Grand Cru: Blanchot, Bougros, Grenouilles, Les Clos, Les Preuses, Valmur e Vaudésir (e li citiamo in ordine alfabetico per non fare torti di grandezza o disposizione). Sono vigne molto fitte e basse con sistemi corti, belle di una bellezza da togliere il fiato (e non usiamo la parola anfiteatro perché ha rotto le palle…). Ma dobbiamo menzionare anche i più grandi Premier Cru e lo diciamo così, perché nei vini, spesso, tutta questa differenza con i fratelli maggiori non si avverte, anzi. Dalla riva sinistra Beauroy, Côte-de-Lechet, Montmain e Vaillons, dalla riva destra Fourchaume, Mont du Milieu e Montée de Tonnerre. Chablis è vino volubile, in movimento, come le nuvole bianche nei cieli di aprile, in quel loro intimo rapporto tra sale e fragranza floreale, in texture così diverse a seconda della provenienza: e basta davvero così poco perché tutto cambi…un’esposizione di pochi metri, una geologia appena differente, una corrente d’aria, una vigna più vecchia. Un dedalo infinito che non trova risposte. É per questo che noi lo amiamo così tanto.
GLI CHABILS
CHABLIS VIEILLES VIGNES 2022
100% Chardonnay
Come è possibile parlare di un vino di ingresso nella gamma? Questo Chablis mette insieme una larga parte dei vigneti di proprietà che hanno almeno 50 anni. Come una sinfonia: non parcelle singole, ma molti accenti differenti, sfumature, luci, colori che ci affascinano per texture e dinamica di bocca. Freschezza assoluta.
CHABLIS PREMIER CRU FORÊT 2022
100% Chardonnay
Fôret è un Premier Cru di grande interesse (molto celebrato a casa di altri produttori), si sviluppa su suoli di origine kimmeridgiana, ricchi di argilla, calcare e conchiglie fossili, non troppo pendenti.
Il vino è esuberante, avvolgente, accogliente. Nuance di frutta tropicale, in contrappunto, sempre il sale.
CHABLIS PREMIER CRU MONTÉE DE TONNERRE 2022
100% Chardonnay
Montée de Tonnerre, molto vicino anche geograficamente all’area Grand Cru, sulla riva destra del Serein. Ci propone una maggiore tensione e una verticalità mai statica, né monocorde. Il vino si muove, si allunga, si assottiglia a contatto con l’ossigeno, poi ritorna sui volumi. Straordinario.
CHABLIS PREMIER CRU VAILLONS 2022
100% Chardonnay
Il Climat Vaillons, dal latino “vallis”, piccola valle, si trova sulla sponda occidentale del fiume è uno dei più celebri Premier Cru e uno dei primi a essere stati normati.
I suoli di origine kimmeridgiana, ci parlano di marne calcaree su argilla e fossili di ostriche, in geologia chiamati Exogyra virgula. Il vino del sale, il vino del mare.
CHABLIS GRAND CRU GRENOUILLE 2022
100% Chardonnay
Eccoci arrivati a uno dei soli sette Grand Cru Chablis, forse il più profondo e iodato. Ancora una volta ci colpisce il movimento nel calice. Un vino che cambia ad ogni istante: tu ci metti il naso dentro e lo trovi diverso, migliore, cresce, si muove verso luoghi più fini, sempre più eleganti, si assottiglia e diventa più profondo, quasi a rivelare piano, molto piano, in segreto, la propria anima. Stratosferico..