LA NOSTRA CHAMPAGNE:

GEOLOGIA E IDENTITÁ

Champagne

LA CHAMPAGNE È uN VIAGGIO IDEALE. un luogo, un lembo di terra dove il cielo ha spazi troppo grandi e nuvole troppe leggere e aeree per non rimanerne affascinati completamente, profondamente. Dove il sole, quando si svela irradiando di sé le piccole ordinatissime vigne che punteggiano le morbide colline e le pianure che guardano a mezzogiorno, scalda con una leggerezza perfetta; non troppo, né troppo poco. Dove la luce ha angoli suggestivi nelle pieghe di un lungo tramonto o di un’alba fredda e ventosa.

Champagne, una regione del cuore, un vino del cuore, dove il dono della terra è il primo costituente della magia.
La danza di mille bollicine che impreziosiscono la trama
lucente del calice.

Eppure, leggendo il disciplinare ci si trova di fronte a una definizione quasi banale: I vini di Champagne sono prodotti ed elaborati esclusivamente in una zona ben delimitata della provincia della Champagne, partendo da alcuni vitigni nobili, e con fermentazione naturale in bottiglia, secondo regole precise dettate da una normativa statale, che vanno a costituire lo Statuto dello Champagne. Le regole principali di questo Statuto sono:

  • impiego dei soli vitigni Chardonnay, Pinot Noir e Meunier (oltre alle altre quattro varietà pure consentite ma poco usate: Pinot Blanc, Petit Meslier, Arbanne, Fromenteau)
  • potatura corta (sistema Royat, Chablis, Guyot);
  • resa massima in uva per ettaro;
  • resa massima alla pigiatura di 102 litri per 160 chili di uve;
  • gradazione minima fissata ogni anno;
  • preparazione dei vini in locali separati, dove si possono depositare solo vini di Champagne;
  • impiego del procedimento conosciuto con il nome di metodo “champenois”;
  • conservazione in bottiglia per un minimo di quindici mesi, prima della spedizione.
Champagne Viti

Definizione storica, questa, che dovrà confrontarsi con nuove decisioni e modifiche, come quella del 29 luglio 2021, quando sono stati approvati sei provvedimenti che potranno entrare a far parte del disciplinare AOC.

A destare preoccupazione però, è stata una sola modifica, che prevede la possibilità di distanziare gli impianti con le Vignes Semi Larges (VSL), andando a variare l’assunto secolare che stabiliva una distanza massima tra i filari di vite di 1,5 metri; una misura che, secondo i vignerons ha sempre rappresentato l’equilibrio ideale tra resa e qualità costringendo le piante a competere per acqua e sostanze nutritive. L’obiettivo era una resa minore, ma a una qualità superiore. D’ora in poi, sarà consentito l’allargamento della distanza tra i filari fino a 2/2,2 metri con una drastica riduzione della densità degli impianti. Tutto nasce da uno studio del Syndicat général des vignerons (SGV) in collaborazione con alcuni tra vignerons, Maisons e studiosi di vari settori (climatologi, geologi, pedologi) arrivando alla conclusione che la variazione della densità di impianto potrebbe far fronte al cambiamento climatico, migliorare la resistenza alle gelate primaverili e allo stress idrico contribuendo a eliminare o ridurre l’uso di erbicidi e pesticidi.

Tra i pareri positivi, per lo più da parte delle Maisons, si sottolinea come la decisione avrebbe notevoli vantaggi economici, e le piante maggiormente distanziate sarebbero più resistenti alla siccità e avrebbero bisogno di meno trattamenti. Moltissimi tra i vignerons, invece, osservano come la nuova proposta non sia tanto una lotta al riscaldamento climatico, quanto la volontà di abbassare i costi della manodopera favorendo l’industria, con un’evidente compromissione della qualità delle uve, e la perdita delle tradizioni locali, la storia della Champagne e la sua assoluta artigianalità. un ulteriore cambiamento è la possibile introduzione di una varietà resistente, il Voltis, che sarà inclusa nell’elenco dei vitigni da disciplinare. Potrà essere piantata anche vicino alle abitazioni, giacché richiede un numero minore di trattamenti contro la peronospora e l’oidio. Il Voltis non potrà rappresentare più del 5% degli ettari di proprietà e non potrà superare il 10% nei blend.

ThalerWine Selection si schiera decisamente e apertamente contro queste decisioni, sempre al fianco dei vignerons e sempre a favore delle tradizioni champenoise, della storia, degli uomini e delle micro identità di luogo, geologia, clima ed esposizione dei vigneti.

Questo è il nostro modo di sentire, ciò che cerchiamo e ciò che ci piace bere e proporvi.