IL PRODUTTORE
Crété-Chamberlin, una storia che risale al primo vignaiolo della famiglia omonima. Le vigne di casa, infatti, hanno superato la prova del tempo: 340 anni ci separano dal fondatore, quell’Henry Chamberlin, originario di Moussy che, nel 1683, a 20 anni, si appassiona alla coltivazione dell’uva, possedendo vigneti sui terroir di Moussy, Pierry e Vinay.
Dal 1683 al 1869 si susseguirono otto generazioni di viticoltori: Jean e Jeanne, Théodore e Julie, Claude e Antoinette, Jean e Marie-Louise, Jean-Martin e Jeanne-Nicole, Jacques e Marie-Anne, François e Cécile. Tutti coltivano uve destinate al commercio per produrre Champagne. Nel 1878, Eugène Crété, giovane enologo di Oger sposò Hortense Chamberlin, diretta discendente di Henry Chamberlin.
Questo sodalizio diede nuovo slancio ai destini della famiglia, unendo i loro Domaines proprio sul territorio di Moussy, ricco di suoli variegati e tra loro complementari, ereditati dai rispettivi antenati. È nell’ultima decade del 1800 che iniziano a fare vino in proprio, utilizzando una pressa di proprietà. Intorno al 1910, loro figlio Louis e la moglie Marie-Pierre fondarono e svilupparono il Domaine Crété-Chamberlin, producendo le prime cuvée dell’omonimo marchio. Una ventina d’anni dopo, nel 1932, il figlio Henry, sposato con Léonie, arriva a produrre 32.000 bottiglie. Dopo la seconda guerra mondiale, intorno al 1948, Marcel Crété e sua moglie Odette rilevarono la tenuta Crété-Chamberlin, concentrandosi principalmente sul lavoro della vigna. La marca vive un momento di svolta, poiché per la prima volta, nel 1960, un discendente crea un nuovo marchio a proprio nome: lo Champagne Marcel Crété. Il nome Chamberlin scompare. L’era della modernità arriva negli anni ‘80. Il discendente di Marcel e Odette, Roland, con la moglie Micheline, investe nella prima cantina del Domaine Crété che comprende la pressa, la bottaia e lo stoccaggio delle bottiglie. Intorno al 1985, Dominique e Ginette (i genitori di Mathieu e Blandine, gli attuali gerenti) succedono al marchio, arrivando, nel 1990, a produrre la loro prima annata col nome di Dominique Crété.
Nel 2010 il figlio Mathieu torna a casa, dopo aver studiato alla scuola enologica di Avize e dopo diversi anni di pratica nei vigneti del sud della Francia. Assieme a Mathieu oggi c’è Blandine, sua sorella, che, a partire dal 2020, lo affianca in questa avventura di riproposizione dello storico marchio Crété-Chamberlin, sugli assunti di contemporaneità e tradizione, in una complessità di lavoro e di armonizzazione dei tre differenti settori in cui possiedono vigne.Sono, infatti, 84 diversi appezzamenti distribuiti su luoghi anche distanti tra loro. L’età media delle viti è di 60 anni, per lo più piantate con selezione massale da viti di oltre 100-120 anni. Dal primo lavoro viticolo in primavera, ogni terroir viene affrontato con l’obiettivo di rispettare il suolo, sia mediante inerbimento controllato su determinate parcelle, sia mediante aratura. L’approccio al lavoro in vigna è armonicamente globale, nel senso di una cultura biologica/biodinamica che si ponga al servizio attento della natura.Nessun dogma, nessuna certificazione è necessaria per il loro lavoro per non essere limitati da regolamentazioni e burocrazia. Solo le condizioni climatiche influenzano le tecniche di coltivazione.
Lo stile degli Champagne di oggi è la traccia lasciata dalle generazioni del passato, attraverso la sensibilità e il tocco personale di ogni vignaiolo della famiglia Crété. La raccolta è manuale, con cernita molto rigorosa delle uve. La pressa viene effettuata con la massima cura entro le 6 ore dalla raccolta, poi parte la fermentazione, che avviene entro 36 ore dalla pigiatura. I mosti decantano a freddo in meno di 24 ore. Le fermentazioni alcoliche avvengono lentamente e dolcemente grazie al controllo della temperatura. La fermentazione malolattica si innesca naturalmente o meno a seconda delle annate. Nessun intervento esterno, o aiuto, interferisce con lo svolgimento di questo delicato passaggio. L’affinamento dei vini è un atto ponderato in funzione della qualità di ogni vino. L’accostamento dei contenitori (vasche in acciaio inox, tini e botti di rovere) è una pratica comune, fonte di equilibrio nei vini legati alla differente natura dei terroir. Come un filo conduttore, ogni azione, ogni gesto, ogni scelta è attentamente valutata tenendo sempre presente la misura del lavoro delle 14 generazioni che hanno proceduto Mathieu e Blandine: a ricordarci sempre che, attraverso i loro Champagne, avviene una sorta di tributo permanente al loro passato di famiglia, come una sorta di responsabilità che si trasmette alle generazioni future, conservando una propria identità, la loro firma dell’epoca attuale.
LE AREA
La tenuta è composta da 8 ettari di vigneti distribuiti su 11 villaggi che rappresentano tre grandi regioni della Champagne su tipi di suolo per lo più ben delineati e identitari: la Côte des Blancs nei Grand Cru e Premier Cru di Villeneuve-Renneville, Le Mesnil-sur-Oger, Oger, Avize, Cuis, su basi altamente gessose. Il Coteaux Sud d’Epernay: Pierry, Moussy, luogo di famiglia e attuale sede del Domaine, Vinay, Brugny e Vaudancourt, prevalentemente su argille calcaree. La Vallée du Surmelin: Baulne-en-Brie, su un basamento calcareo-marnoso.
La distribuzione dei vitigni è la seguente: 50% Chardonnay, 48% Meunier e 2% Pinot Noir. Ogni terroir ha specificità agro geografiche legate alla diversità del suo sottosuolo, all’orientamento delle parcelle e alle loro esposizioni.
GLI CHAMPAGNE
FERMENTAZIONE: inox (quasi sulla totalità delle referenze)
MALOLATTICA: genericamente no per gli Chardonnay, sì per i Meunier (ma dipende da annata e singola cuvée)
LIEVITI: selezionati
TAPPI: sughero due rondelle, Terre de Liège (Épernay)
Champagne 1683 Origine Brut s.a.
70% Pinot Meunier – 30% Chardonnay – cuvée 2018 + vins de réserve
Da vigneti sul Coteaux Sud d’Epernay e sulla Côte des Blancs (Premier Cru).
I Pinot Meunier provengono da: Pierry, parcella Les Temples impiantata nel 1971 e Les Rouges Fosses nel 1970. Da Moussy, Les Becheferdes del 1972, Les Montjouys del 1992, Les Bas Chardeloup del 1990. Da Brugny, La Petite Ferme impiantata nel 2016.
A Moussy, Les Sablières del 2005 e Les Pissottes del 1998. A Vinay, Les Juliennes nel 1989. Per gli Chardonnay: a Cuis, Les Argots impiantata nel 2005, a Moussy, Les Sablières anch’essa 2005, Les Pissottes del 1998 e a Vinay, Les Juliennes del 1989.
Cuvée 100% inox, senza collaggio, né filtrazione, malolattica parziale.
Fragrante, croccante, dinamico.
(dosage 5,5 gr./l.).
Champagne 1683 Extra Brut s.a.
70% Chardonnay – 30% Pinot Meunier – cuvée 2019 + vins de réserve
Da terroirs della Côte des Blancs (Premier Cru e Grand Cru) e Vallée de la Marne, in cuvée.
La quota di Chardonnay proviene dalle seguenti parcelle: a Mesnil-sur-Oger, Les Vozemieux impiantata nel 1969. A Cuis, La Grande Traille impiantata nel 1987 e La Brousse nel 1996. A Vinay, Les Mirlins vigna del 1989. A Moussy, Les Durpens del 2005. Per la quota di Pinot Meunier, invece: a Pierry, Les Temples e Les Renards piantate nel 1971. Cuvée 100% inox, senza collaggio, né filtrazione, malolattica parziale.
Champagne elegante, leggero, vibrante.
(dosage 4,5 gr./l.)
Champagne 1683 Rosé Brut s.a.
68% Chardonnay – 20% Pinot Meunier – 12% Pinot Noir vinificato in rosso – cuvée 2017 + vins de réserve
Da molte delle parcelle prima menzionate, sempre nella Côte des Blancs (Premier Cru e Grand Cru) e nel Coteaux Sud, Pierry e Moussy, ecco questo fragrantissimo rosé di assemblaggio che fermenta e affina in acciaio. Spettacolare in aperitivo per versatilità e dinamica, può essere anche un perfetto accompagnamento a tranci di salmone fresco, anche salsato.
(dosage 7 gr./l.)
Champagne Blanc de Blancs CDB Premier Cru Extra Brut 2017
100% Chardonnay
Dai Terroirs di Villeneuve-Reneville e Cuis, ecco la versione più immediata e facile del CDB (acronimo di Côte Des Blancs), su quattro differenti parcelle: due a Villeneuve: Les Mazaux (2010) e Chauffour (1953), due a Cuis: La Grande Taille (1987) e La Petite Taille (1986). Fermentazione in inox, no malolattica, rotondità e piacevole frutta friabile.(dosage 3 gr./l.)
Champagne Blanc de Blancs CDB Grand Cru Extra Brut 2017
100% Chardonnay
Ecco il fuoriclasse assoluto: da parcelle Grand Cru di Oger: Terres de Noël impiantata nel 1920 e Justice Fausse le Prêtre nel 1969.
Mentre a Mesnil-sur-Oger, la Monjoly impiantata nel 1983, e Zaieux Grand-Mère nel 1992. Millesimo realizzato in acciaio, senza collazione, né filtrazione alcuna, e no malolattica. Finezza, identità, profonda eleganza, scheletro e sale: classe infinta.
(dosage 2 gr./l.)
Champagne Blanc de Blancs Premier Cru Les Mazaux Extra Brut 2015
100% Chardonnay
Ovvero sul lungo affinamento in stile classico: Premier Cru monoparcellare fa almeno 7 anni sui lieviti, 100% acciaio senza collazioni o filtrazioni di sorta, no malolattica. Vigna a maturazione tardiva, offre grappoli sempre molto maturi e ricchi. Champagne di grande piacere a tavola.
(dosage 2,5 gr./l.)
Champagne Blanc de Blancs Grand Cru Quintile Brut Nature 2012
100% Chardonnay
La classe, enorme, inarrivabile. Sul solo comune di Le Mesnil-sur Oger, in millesimo straordinario, tre parcelle: Zaieux Grand Mère (1974), Zaieux Grande (1963), Zaieux Poteau (1987). Sono solo 1467 le bottiglie prodotte. Malolattica svolta.
Eleganza allo stato purissimo.