CHAMPAGNE AURORE UND FLORIAN LAVAL

CHAMPAGNE AURORE ET FLORIAN LAVAL

IL PRODUTTORE:

Molti (anche in Italia) conoscono il marchio Michel Laval: Aurore e Florian, i figli di Michel, hanno creato la loro personalissima linea è questo non è che un debutto a propria firma, perché il lavoro, quello di vigna e di cantina già lo facevano e continuano a farlo nel solco della tradizione di famiglia. Come deve essere. Fu intorno al 1870 che iniziò la storia dei Laval, quando Jules, il trisavolo, ereditò 40 acri di terreno agricolo e decise di coltivare l’uva, supportato dal figlio Jules, soprannominato Lucien. Qualche anno dopo, nel 1948, i nonni Roger e Fabienne (la figlia di Lucien) decisero a loro volta di sviluppare l’azienda di famiglia iniziando a produrre il loro Champagne. Michel, padre di Aurore e Florian e figlio di Roger e Fabienne, ha creato il proprio marchio: Michel Laval nel 1979.

Ancora attivo oggi, da subito si impegna in una viticoltura che rispetti la biodiversità. Il desiderio familiare è quello di far rivivere la terra per fare rivivere i vini e, quindi, produrre champagne sinceri ed emozionali.  Anche per questo sono banditi i trattamenti insetticidi sui loro vigneti, praticando invece la confusione sessuale per proteggere le viti e utilizzando solo prodotti naturali, soprattutto per il diserbo. Una famiglia unita, dunque, che lavora con convinzione e impegno per ridurre il più possibile interazioni pesanti sulla natura, per preservare i suoli, le viti e la terra, nient’altro di ciò che viene avvertito come il proprio terroir. Florian è un ragazzo speciale: un artista a tutto tondo e a lui lasciamo la parola e la scena per raccontare il suo pensiero, il suo lavoro, i suoi Champagne.

“…Raccontare i propri vini per dare memoria all’effimero. Questo è per me e mia sorella Aurore. Mentre il nostro impegno è quello di rispettare i nostri terroir e più in generale gli esseri viventi che li abitano, il nostro desiderio è quello di intervenire solo quando necessario per preservare ciò che la natura ci ha dato. Una massima, che risuona in noi come un mantra, è costruita su tre basi che ci stanno a cuore: il terroir, la sensibilità e l’onirico, questa è la nostra filosofia. Lascia che te lo racconti…

Capitolo I. Il terroir. In Champagne padroneggiamo il processo di produzione dei nostri vini, tuttavia, per quanto riguarda il terroir, abbiamo ancora molto da capire… Il terroir, infatti, è l’espressione più vera del rispetto che accordiamo alla terra e che umilmente abbiamo a nostra disposizione. Rappresenta la tipicità di un luogo e una biodiversità che si trascrive grazie al vivente. È una base espressa nei nostri vini, siamo convinti che i terreni siano vivi e che si avverta degustandoli. Per questo abbiamo scelto un approccio che vogliamo sia virtuoso verso il concetto di suolo vivente. Questo orientamento ci permette di lavorare con un approccio biologico dove il rafforzamento delle difese immunitarie delle piante è assicurato dai sovesci (la protezione delle piante, da parte delle piante). Questo ci permette di rispettare meglio il nostro terroir lasciando che si riveli a noi, attraverso i nostri vini. Per me e mia sorella dare un senso al nostro terroir significa dare un senso alla vita, fino al punto di connettere e riunire le persone attorno ai nostri Champagne, molto semplicemente… porgendo loro un’anima in più…

Capitolo II. La sensibilità. Se la comprensione del terroir nasce dall’osservazione e dall’esperienza, allora la comprensione dei vini nasce dalla padronanza tecnica e dalla capacità di proiezione di se stessi e della propria sensibilità di viticoltore. Per noi mostrare sensibilità è fondamentale perché è espressione di ciò che viene dal profondo di noi, dalle scelte che facciamo, senza finzioni. Così, essendo poco interventisti, possiamo rispettare il nostro terroir, le sue caratteristiche per trasmettere un’emozione e un messaggio di cui le persone possano appropriarsi. I vini hanno una loro voce, che ci sforziamo di rispettare e sottolineare, dall’origine all’etichetta. Non resta, quindi, che ascoltarli.

Capitolo III. L’onirismo. Hai mai sentito i profumi della tua infanzia quando assaggi un vino? Sai, per noi creare vini significa disegnare per intero un universo poetico e onirico. Creare nel mondo onirico è molto piacevole, permette di dimenticare la parzialità della realtà. È possibile tratteggiare il tuo mondo, la tua storia, nessun codice, nessuna temporalità gli viene imposta. È darsi il diritto di sognare attorno a questa frase che tutti amiamo, viticoltori e vignaioli: “prendiamo in prestito la terra dai nostri figli”. Per questo abbiamo scelto di rappresentare nel nostro packaging il lavoro del viticoltore attraverso gli occhi dei nostri figli. Il nostro marchio è costruito su ricordi sinceri, il lato regressivo di un aroma, un momento di noi seduti al sole con la famiglia. Connettersi a questi ricordi ci permette di rivivere quei meravigliosi istanti. Il rosé, per me, ne è esempio calzante: fare rosé d’assemblage equivale a creare poesia e riavere istantanee dall’infanzia, come una manciata di ciliegie raccolte dal vicino e mordicchiate all’ombra di un albero… Il vino ha il potere di evocare appaganti momenti di evasione. Tutti possono ritrovare il proprio equilibrio, qui.  E tu? Comment donnez-vous de la mémoire à l’éphémère ?”.

CHAMPAGNE-AURORE-ET-FLORIAN-LAVAL

L’AREA:

La Vallée de la Marne Rive Gauche copre una superficie di circa 2590 ettari, di cui il 78% a Pinot Meunier, l’11% a Pinot Noir e un ulteriore 11% a Chardonnay. 15 sono i villages dell’area, più altri due attigui. Oltre a Boursault, Courthiézy, Dormans, Festigny, Igny-Comblizy, La Ville-sous-Orbais, Le Breuil, Leuvrigny, Mardeuil, Mareuil-le-Port, Nesle-le-Repons, Œuilly, Orbais-l’Abbaye, Troissy e Vauciennes, e i vicini Baulne-en-Brie e La Chapelle-Monthodon. I vigneti sono piuttosto pendenti e per lo più esposti a nord.

IL LUOGO:

Il village di Boursault si trova sulla riva sinistra del fiume Marne, vale a dire a sud del fiume. Due piccoli villaggi o frazioni si trovano all’interno dei confini del comune: Villemongeois a est di Boursault e il castello, in direzione di Vauciennes, e Villesaint a ovest di Boursault, in direzione di Œuilly. Il comune di Boursault copre circa 1650 ettari e conta 430 abitanti.

I vigneti di Boursault sono costituiti principalmente da pendii miti esposti a nord con il Pinot Meunier come vitigno principale. L’attuale superficie complessiva a vigneto è di circa 253 ettari. 170 ettari di Pinot Meunier (68%), 53 ettari di Pinot Nero (21%) e 30 ettari di Chardonnay (11%).  Sono un centinaio i proprietari di vigna nel comune.

GLI CHAMPAGNE:

  • FERMENTAZIONE: 90% inox e 10% per Symposium, 62% inox e 38% barrique per Olim
  • MALOLATTICA: non voluta
  • LIEVITI: lievito madre indigeno
  • TAPPI: sughero, Socori due rondelle

COTEAUX ROUGE:

  • FERMENTAZIONE: 100% demi-muid (legno da 600/700 litri).
  • MALOLATTICA: fatta
  • LIEVITI: lievito madre indigeno
  • TAPPI: Ardeaseal BIOplastique (bio-plastica prodotta da biomasse di amido di mais, canna da zucchero, barbabietola da zucchero, cellulosa o oli vegetali)

Champagne Symposium Extra Brut s.a.
60% Pinot Noir  – 40% Pinot Meunier (vendemmia 2020)
90% inox, 10% barrique, 50% cuvée, 50% tailles, lieviti indigeni, vinificazione non interventista, malo non fatta. La lucentezza di questi profumi, Champagne regressivo, ci dice Florian…e davvero riporta sensazioni quasi assopite della frutta rubata al vicino, sull’albero grande delle amarene, il rosso del fico che appiccica le mani, la fragola del giardino, piccola e soda. Quei giorni non torneranno, ma è bellissimo ricordarli ancora.
(dosage 3,30 gr./l.)

Champagne Olim Rosé Extra Brut s.a.
100% Pinot Meunier (vendemmia 2020)
Relegare la descrizione di questo Champagne al fatto che sia un rosé (forse non rosé) da infusione di Meunier (15%) e in parte vinificato in bianco (85%), al 38% in barrique, 62% inox, toglie la poesia e la regressione nel nostro personalissimo mondo interiore, fatto di sogni e visioni oniriche.
(dosage 3,30 gr./l.)

Coteaux Champenois Rouge Les Copains du Bas-Chêne 2020
100% Pinot Noir
Pinot Noir da vigneto (parcella Le bas-Chêne) in Boursault, del 1968. Rosso di succo e ricordi, in quei profumi tanto fragranti e netti che ci fanno amare la tavola e la condivisione. Un vino raro ma per tutti i giorni, rincorrendo ciò che siamo perché, un giorno, ciò eravamo. Da bere solo con gli amici più veri.